martedì 25 maggio 2010

TRE FIAMMIFERI

Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte, il primo per vederti tutto il viso, il secondo per vederti gli occhi, l’ultimo per vedere la tua bocca e tutto il buio per ricordarmi queste cose mentre ti stringo tra le mie braccia.
JACQES PREVERT

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Jane Birkin & Serge Gainsbourg - Je t'aime moi non plus

amore


Ah l'amore! Questo sentimento così indecifrabile, che ci manda in estasi e che può farci precipitare nella disperazione. Amore sacro e amor profano, eros e agape, amore che ha ispirato nei secoli poeti e romanzieri, amor filiale, amore passionale, amore per la vita, per il proprio lavoro, per la natura, per gli hobby...
Oggi mi gira così, sarà che mi sento in uno stato di grazia. Per nessun motivo in particolare. E allora mi torna alla mente (mi ricordo) l'ultimo verso del XXXIII Canto del Paradiso:
Ah l'amore
In ogni caso, Venere è assurta a modello come ideale di bellezza ed è diventata il soggetto di numerose opere d'arte, fra le quali i massimi esempi sono la Venere di Milo (scultura) e La nascita di Venere del Botticelli (pittura).

Nel sito I Giardini di Venere l'autrice ripercorre la 'storia' della dea a partire dalle sponde della Grecia, dove la dea semitica Astarte approdò in tempi remoti e rinacque con il misterioso nome di Afrodite.

Ne riporto alcuni stralci.

La babilonese Ishtar, equivalente della fenicia Astarte, era dea dell'amore e della generazione, ma anche signora del cielo, sposa divina del re e consigliera della sua azione di governo sia in pace che in guerra. Come dea della natura e della vegetazione, Ishtar/Astarte presiedeva alla nascita ma anche alla distruzione, nel perpetuo avvicendarsi delle stagioni.
Alcuni tratti di questa divinità semitica si ritrovano nella figura della Sulamita protagonista del biblico Cantico dei Cantici (ove ella è definita "bella come la luna, eletta come il sole, terribile come esercito schierato in battaglia") e soprattutto nel personaggio di Esther, sposa del re Assuero nonché sua guida insostituibile nelle decisioni più importanti.
Dall'Oriente semitico, attraverso la mediazione di Cipro e Citera, Ishtar/Astarte approda nel mondo greco ove prende il nome (non ellenico, a quanto pare), di Afrodite.

Uno degli aspetti presi in considerazione, è l’immagine della dea, più precisamente alcune peculiari caratteristiche che quest’ultima assume, così nella poesia come nella statuaria, anche in relazione all’influsso dei culti orientali. Sorprende la vastissima gamma di epiteti, a volte inquietanti, con cui Afrodite è venerata nelle diverse località della Grecia: Afrodite Etera, Afrodite Prostituta, e perfino Afrodite Pitionice, dal nome di una celebre cortigiana ateniese amata da Arpalo, l'infedele tesoriere di Alessandro Magno (ma quest'ultimo, a sua volta, teneva in tanta considerazione l'etèra ateniese Taide da permetterle di incendiare Persepoli alla testa di un corteo bacchico). Secondo la tradizione, in Tessaglia Afrodite era addirittura chiamata con l'epiteto di Omicida, in séguito al brutale assassinio della bellissima etera Laide, uccisa da alcune donne tessale invidiose del suo fascino: è tuttavia probabile che l'episodio sia in realtà una tarda reinterpretazione di un antico quanto macabro rituale espiatorio.
Ma Afrodite non è mai sola. Interessante è la presenza della dea e di Eros, nonché delle Càriti e di altre divinità minori, in quei generi poetici tramite i quali il simposio aristocratico esprime la propria dimensione erotica: dunque, nelle elegie di Teognide, nella lirica di Alceo e Anacreonte, ma soprattutto in quella particolare forma di poesia conviviale che è l’encomio dedicato ai bei giovinetti. Significativi alcuni componimenti conviviali di Ibico e di Pindaro, nei quali le dee del séguito di Afrodite ricoprono un duplice ruolo: quello di ‘nutrici’ del giovinetto amato, ma anche quello di temibili alleate di Cipride nell’opera di seduzione del poeta/amante. E non è da trascurare una situazione del tutto paradossale come quella prospettata nel parodistico Ciclope euripideo, ove le Càriti vengono esplicitamente (quanto coerentemente) escluse dallo ‘sgraziato’ simposio di Polifemo.

E non può mancare un riferimento più preciso ad Eros, praticamente una creazione della fantasia greca. Essere dall’incerta genealogia e dall’ancora più confusa mitografia, in origine paredros di Afrodite ed in séguito suo figlio, Eros permane costantemente in bilico tra la sfera teo-cosmogonica e quella allegorica: è venerato come dio (come attestano alcuni celebri santuari a lui dedicati, in primo luogo quello di Tespie in Beozia), ma può essere anche inteso - soprattutto ad opera della speculazione filosofica - quale simbolo delle più intense e profonde emozioni dell’anima umana.
Di natura duplice e ambigua, Eros concentra in sé tutti i possibili contrasti: allieta il cuore e al tempo stesso lo divora; è irruente come il vento di Borea ma sa anche rimanere saldamente a guardia del cuore dell’amante; è paladino della giustizia ma può anche comportarsi in modo ingiusto; infine - e questa è forse la più enigmatica delle contraddizioni attribuite al dio - è noto per la sua audacia, eppure non è alieno da paura e sgomento (o quanto meno non lo sono le sue vittime, gli infelici amanti. Originariamente subordinato ad Afrodite, Eros appare destinato ad acquistare una personalità del tutto autonoma con la riflessione filosofica del V e del IV secolo a.C., in particolare con Crizia, Antistene e con il 'filosofo della scena' Euripide, ma soprattutto con Platone. L’opera platonica avrà, a sua volta, ampie ripercussioni sul pensiero di autori contemporanei ed anche molto più tardi.

Dalla Grecia, il mito di Afrodite/Venere è penetrato nella cultura ellenistico-romana e da lì è entrato a far parte dell'immaginario collettivo di artisti e poeti di tutti i tempi...

Per concludere, un accenno agli aspetti astrologici del secondo e più luminoso pianeta del sistema solare. La sua posizione alla nascita è utile per capire il modo di esprimere i sentimenti e la loro profondità: rappresenta la vita affettiva di una persona e come questa viene vissuta. Per quanto mi riguarda, come ho potuto verificare qui, la mia Venere si trova in Ariete, e questo fa sì che "la vita amorosa è ricca di esperienze, ma è anche incostante e soggetta a crisi e a possibili tagli bruschi, in quanto la personalità è amante delle novità e del cambiamento. Il sentimento è impulsivo, focoso e impaziente". E visto che sono una donna, sarei alla ricerca di un uomo forte che mi sappia proteggere e in un certo senso dominare

Milano Città multietnica futurista?

Milano Città multietnica futurista?
2010. In un pomeriggio di primavera ,usci di casa e mi incamminai per le strade e per le viuzze di questa meravigliosa città metropolitana milanese .,L’aria era dolce in un sole tiepido ,un palpito mi accarezzò il viso mi sentivo felice di stare in mezzo alla gente,in quel’istante guardandomi attorno,scrutando qua e la,mentre la gente camminava,lo scalpitio dei tacchi e il fruscio dell’abbigliamento poliedrico mi svegliò una coscienza di osservazione e di giudizio,sentivo nell’aria un profumo sofisticato elegante e contemporaneamente ad un mix di odori esotici e profumi che evocavano paesi lontani essenze di oli spezie ,cannella,vaniglia,cocco., bastava coglierne l’essenza per individuarle,che meraviglia mi dissi,tutto il mondo in una via .,immaginando,Parigi,Dakar,Rio de janeiro e con un po’ di fantasia pronosticavo viaggi in un futuro che avrei fatto .,Poi svegliandomi da questo torpore lo stato di coscienza entrò in u’altra dimensione non vidi più i marciapiedi ai lati della strada,le persone erano sparite,vidi fiori)fori di tutti i colori,che meraviglia costatai tutti i fiori erano belli ognuno nel proprio colore e nella propria essenza mi dissi che monotonia un campo di fiori tutto bianco o tutto giallo o rosso o tutto blu. I fiori che fanno parte di questo universo come tutto il creato. Hanno bisogno d’amore per poterli apprezzare bisogna coglierne la preziosità dell’,essenza che potrebbe creare un mix di creatività

Maria Elena